A oggi non esiste un piano di screening tumore ovaio specifico, come invece avviene con il tumore al seno. Ci sono tuttavia alcuni controlli ed esami di routine che possono favorire una diagnosi precoce della malattia.
Visita ginecologica
Il controllo del ginecologo è importante per valutare lo stato generale dell’apparato riproduttivo femminile e verificare se sintomi come dolore alle ovaie o addome gonfio possono essere legati all’insorgere di una neoplasia. Nel corso della visita il ginecologo effettua un controllo bimanuale, ossia con una mano preme sull’addome e con l’altra effettua una palpazione delle ovaie. Questo tipo di esame permette di valutare se sono presenti masse e definire la loro eventuale dimensione.
Ecografia transvaginale
Questo esame, tramite l’inserimento di una sonda ecografica attraverso la vagina, permette di avere una visione delle ovaie e degli organi che le circondano. Si possono così individuare eventuali masse e misurarne la grandezza, oltre a rilevare possibili accumuli di liquido nella cavità addominale (ascite). Se l’ecografia transvaginale conferma il sospetto che si tratti di tumore alle ovaie, si eseguono degli esami diagnostici per immagini.
Tomografia computerizzata e risonanza magnetica
Quando il controllo ecografico rivela la presenza di masse nell’ovaio si procede con questi esami. La tomografia computerizzata e la risonanza magnetica sono definiti esami diagnostici per immagini, poiché permettono di avere una maggiore visuale degli organi e dei tessuti analizzati. Questi esami, oltre a permettere una migliore valutazione della sede e dell’aspetto del tumore (benigno o maligno), possono definire qual è lo stadio del tumore e aiutare a pianificare la strategia terapeutica. Questi esami, tuttavia, non sono in grado di rilevare il tumore alle ovaie che presenta masse inferiori a 1 centimetro di diametro.
Test genetici
I test sul DNA permettono di individuare se nella donna sono presenti i geni BRCA1 e BRCA2, geni associati alla comparsa di tumore al seno e tumore ovarico. Questi due geni possono essere trasmessi per via ereditaria ma possono anche comparire nelle donne che non hanno familiarità con questa mutazione genetica. Qualora il test rivelasse la presenza di questi geni, si può intervenire in modo precoce per intraprendere trattamenti mirati a curare il tumore ovaio.
Riferimenti bibliografici
- Campagna d’informazione e sensibilizzazione sul tumore ovarico “Scatti d’energia” promossa da ACTO onlus – intervista alla dott.ssa Nicoletta Colombo
- Il cancro dell’ovaio, a cura della Lega svizzera contro il cancro, Berna
- I numeri del cancro 2014 – pubblicazione a cura di Aiom, Ccm e Artum
- Cancro all’ovaio – guida a cura della European Society for Medical Oncology (ESMO)
- SDN – Istituto di Ricerca Diagnostica e Nucleare
- Sito AIRC – Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro www.airc.it
- Ricerca Doxapaharma/Acto onlus 2015 – Carcinoma ovarico, rischio genetico e test genetici: ma cosa ne sappiamo?